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Le città invisibili ︎




FEDORA, 2016

RA-4 and engraving on emulsified polyester
200×127








LAUDOMIA, 2016
RA-4 and engraving on emulsified polyester
200×127 – 2 units


Man has always been torn between settling down and putting down roots, and the desire to look elsewhere to continually find new stimuli. The Greeks said that the city begins just outside the walls of our home, where our life becomes public. Places are where we live and communicate. Nowadays we don't necessarily need to leave our home anymore since through the internet and social networks we can constantly have a popular life wherever we are: boundaries become fluid and relative more than ever. The starting points on which this cycle of works is based on are: the complexity and disorder of reality narrated in Italo Calvino's Invisible Cities, whose tales of imaginary and paradigmatic places intersect and are projected into contemporary society, where everything looks "smooth", a smoothness that in reality often conceals unravelling without end or form. Another element for reflection are the graphs: relational structures and data organisation that we find in daily life and in virtual communication [from the Latin communico = to put in common, to involve]; therefore turning the attention to how today’s society communicates, cultural exchanges, interpersonal relations, the concept of place and stratification of events and of history. The reflections and lucidity of the emulsified polyesters are, through a careful analysis of today's society by the Korean philosopher Byung-Chul Han, a reference to the shiny, polished screens of the smartphones through which we are used to communicating.
The intersections of the incisions made on these surfaces symbolise the social networks and the fragmentation of the individual through the disassembly caused by an increasingly distorted reality of facts, and by the data collection that we voluntarily and involuntarily provide in our daily lives. But these "invisible cities", as Italo Calvino explains, "are also an investigation into the secret reasons that lead people to live in certain places, beyond all crises. Cities are a combination of many things: remembrance, desires, signs of a language; places of exchange - not only of goods, but also of words - and memories’.

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L’uomo è sempre stato diviso dal desiderio di stabilirsi e mettere radici, e quello di volgersi altrove per trovare stimoli sempre nuovi. I Greci dicevano che la città inizia appena fuori dalle mura della nostra casa, dove la nostra vita diventa pubblica. I luoghi sono il punto in cui viviamo e comunichiamo, al giorno d’oggi non abbiamo più necessariamente bisogno di uscire fuori, attraverso internet e i social network, possiamo avere costantemente una vita popolare ovunque ci troviamo: i confini diventano  fluidi e relativi più che mai. I punti di partenza su cui si basa questo ciclo di lavori sono: la complessità e disordine della realtà narrati ne Le città invisibili di Italo Calvino, i cui racconti di luoghi immaginari e paradigmatici si intersecano e si proiettano nella società contemporanea, dove tutto sembra apparentemente “levigato”, ma che in realtà, questa levigatezza, spesso cela disfacimenti senza fine né forma. Altro elemento di riflessione sono i grafi: strutture relazionali e organizzazione dati che troviamo nella vita quotidiana e nella comunicazione virtuale [dal latino communico = mettere in comune, far partecipe]; volgendo, di conseguenza, l’attenzione sul modo di comunicare della società di oggi, gli scambi culturali, le relazioni interpersonali, il concetto di luogo e stratificazione degli eventi e della storia. I riflessi e la lucentezza dei poliesteri emulsionati utilizzati sono, attraverso un’attenta analisi del filosofo coreano Byung-Chul Han sulla società di oggi, un rimando agli schermi lucidi e levigati degli smartphone attraverso i quali siamo abituati a comunicare. Le intersezioni delle incisioni praticate su queste superfici, stanno a simboleggiare le reti sociali e la frammentazione dell’individuo attraverso le scomposizioni indette da una realtà dei fatti sempre più distorta, e dalla raccolta dati che, volontariamente e involontariamente, forniamo nel quotidiano. Ma queste “città invisibili” come spiega Italo Calvino, “sono anche un’indagine alle ragioni segrete che portano gli uomini a vivere certi luoghi, al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: memoria, desideri, segni di un linguaggio; luoghi di scambio, non soltanto di merci, ma anche di parole, desideri e ricordi”.